
Il Rifugio Miletta
Il Rifugio Miletta è una piccola oasi, come ama definirsi, dove coabitano animali di specie diverse, tutte vittime di sfruttamento da parte dell’uomo: troviamo mucche e maiali provenienti da allevamenti intensivi, pony e asini che servivano da animali da soma o da traino, cinghiali ritrovati feriti, daini, cani, tante capre e pecore.
Gli animali vivono liberi e hanno molti ettari di terreno a loro disposizione: alcuni di loro hanno esigenze particolari e richiedono maggiore attenzione (cani con problemi comportamentali, animali selvatici che si cerca di mantenere tali evitando il più possibile il contatto con l’uomo).
Le visite sono un’ottima occasione per il Rifugio di mostrare la sua attività, che vive in buona parte anche grazie alla generosità delle persone che contribuiscono al suo mantenimento con donazioni, adozioni di animali a distanza e naturalmente grazie al volontariato. Sono una bella occasione anche per noi per passare una bella giornata all’aria aperta e imparare qualcosa di nuovo sugli animali.
Che cosa insegna il Rifugio Miletta?
Il primo insegnamento che si può imparare è che gli animali sono degli individui esattamente come noi, con un carattere loro proprio, con diversi gusti e preferenze.
Chi ha animali domestici sa bene che non ci sono due cani o due gatti uguali tra loro! Gli altri animali non fanno differenza, anche se non siamo abituati a considerarli come esseri intelligenti.
Esattamente come per gli esseri umani, il loro carattere dipende dall’indole e dalle esperienze vissute.
Ad esempio, al Rifugio vivono diversi maiali, una delle quali, Margherita, ama farsi coccolare…(penso che le foto siano abbastanza esplicite…),

un’altra, Viola, che ha un carattere più autoritario e non ama particolarmente la presenza umana.
Mentre ascoltavamo la guida che ci illustrava l’organizzazione del Rifugio, alcuni animali sono venuti spontaneamente da noi a farsi accarezzare, altri erano più diffidenti e non si sono avvicinati per tutto il tempo della visita (né noi ci siamo avvicinati a loro, rispettando la loro volontà).
La capretta Rucola fa chiaramente parte del primo gruppo! In poco tempo è diventata la nostra mascotte:
Prima di arrivare al rifugio, questi animali erano considerati oggetti (carne da macello, selvaggina) o fonte di reddito: erano stati privati della loro individualità. Al Rifugio, questi stessi animali ora sono liberi di esprimere la loro personalità. Gli animali non hanno solo bisogno di cibo e cure, anche se ovviamente questo è un aspetto primario.
Gli animali domestici non sono gli unici ad avere un’intelligenza sviluppata.
Le capre e le pecore, ad esempio, hanno un’ottima memoria anche a lungo termine. Uno studio della Queen Mary University di Londra pubblicato sulla rivista Frontiers in Zoology ha dimostrato che le capre imparano a risolvere compiti complessi in modalità e tempi rapidi e possono ricordare gli insegnamenti appresi per un periodo di almeno dieci mesi.
I maiali sono intelligenti quanto i cani, oltre ad avere una sensibilità straordinaria come pochissimi altri animali al mondo: provano paura e gelosia, sono competitivi e hanno un grande senso della famiglia. Eccezionali anche le loro doti mnemoniche e di decodifica: sono infatti in grado di interpretare un linguaggio simbolico semplice e imparare complesse combinazioni di azioni e di oggetti. Riescono inoltre a risolvere semplici puzzle senza aiuti e sono stati gli unici animali osservati, oltre agli scimpanzé, a imparare a utilizzare il joystick di un videogame.
Se guardate un maiale negli occhi, avrete l’incredibile sensazione che stia ricambiando il vostro sguardo.
Le mucche sono in grado di esprimere diverse emozioni, interagiscono tra loro dando vita a strutture sociali complesse e capiscono le relazioni di causa ed effetto (ad esempio, spingere delle leve per ottenere l’acqua se hanno sete).
Attenzione, dire che sono gli animali sono degli individui non significa né umanizzarli né pensare che abbiano le stesse nostre esigenze e i nostri stessi ritmi di vita: significa, innanzitutto, imparare a conoscerli, conoscere le loro abitudini alimentari, comportamentali, rispettare il loro habitat e rispettare anche il fatto che alcuni non abbiano alcuna voglia di starci vicino e interagire con noi.
Il secondo insegnamento che si può imparare è il rispetto per la vita.
Gli animali del rifugio provengono tutti da un passato di maltrattamenti; malgrado ciò, con alcune eccezioni, essi riescono a convivere pacificamente e hanno instaurato un bel rapporto con i volontari del Rifugio. Il vitello che vedete in foto è arrivato al Miletta ancora piccolo (proveniente da un’industria di latticini) ed è stato “adottato” da una mucca del Rifugio, che l’ha accudito come se fosse suo: penso che questo sia un bell’esempio di rispetto per la vita.

Come si svolgono le visite?
Se siete interessati a visitare il Rifugio, vi invito a leggere le “Informazioni Importanti” presenti sul loro sito. È obbligatorio prenotare, le visite normalmente si svolgono il sabato pomeriggio e durano un paio d’ore.
Vi consiglio di indossare un bel paio di stivali da pioggia che si possano lavare facilmente e vestiti comodi perché alcuni animali sono parecchio affettuosi e fangosi (ed è anche questo il bello della visita) .
Un volontario vi spiegherà come funziona il Rifugio, vi presenterà i vari ospiti…mentre parla potreste però essere distratti dalla loro presenza:
Le visite sono adatte a tutti, anche ai bambini purché non troppo piccoli: una visita al Miletta è molto più istruttiva di una visita ad una fattoria didattica, perché qui impareranno non solo a conoscere gli animali, ma anche a rispettarli.
La visita è gratuita ma ovviamente le donazioni sono ben accette ! Sul sito troverete un elenco dei prodotti di cui hanno bisogno e che potete portare con voi in occasione delle visite; è anche possibile adottare alcuni cani presenti al rifugio, e adottare distanza gli altri animali. Infine, potete donare il 5×1000 a loro!
Per maggiori informazioni, vi consiglio di consultare il loro sito che è molto completo:
Il Rifugio Miletta ha anche un canale YouTube dove potrete scoprire la storia di alcuni animali presenti al rifugio, ad esempio quella del maiale Lino (quello che dorme beatamente nella prima foto dell’articolo).

